IL CARNEVALE DI LIVEMMO (PERTICHE-Valle Sabbia-BS) Siamo a Livemmo, 200 abitanti o poco più, la principale e di gran lunga la più popolosa delle sei frazioni che messe insieme fanno Pertica Alta. Qui il Carnevale è evento atteso. Meno noto di quello di Bagolino, ma con maschere e personaggi che colpiscono non solo lo sguardo ma interrogano pure lo spirito perché, come in un gioco di specchi, si sdoppiano di continuo. Domenica è il gran giorno per il «Carnevale di Livemmo», ma già domani ci sarà un assaggio con la sfilata per le vie del paese. Il Carnevale di Livemmo, ha scritto a riguardo la ricercatrice Francesca Collio, è storia di abbandono, è espressione di un tempo passato, nel quale le maschere diventano «sinonimo di povertà e non sono espressione di ribellione contro gli oppressori». Un Carnevale particolare, insomma. Le prime edizioni sono avvolte nel mistero, mentre altre proprio non ci sono state. Caduto in disgrazia e messo in disparte per qualche lustro, da una decina è invece ritornato in auge grazie al gruppo folcloristico locale. Oggi, per vedere le maschere di Livemmo, bisogna andare a vedere in loco. La «Vècia del Val» è la vecchia col cesto per il setaccio delle graminacee: la donna cammina e porta, comodamente seduto nel cesto, il suo uomo. La donna asservita e l’uomo padrone. Ma nel carnevale i ruoli talvolta cambiano ed è l’uomo che si traveste da donna. «Lo spettatore - spiegano gli animatori del gruppo folcloristico - viene ingannato dall’ingegnoso sistema di travestimento dei due individui: una persona e un fantoccio? Oppure due persone?». La domanda resta sospesa anche per le due altre maschere principali. «L’omasì dal Zèrlo», l’uomo del gerlo, trasporta un altro uomo nel cesto che una volta serviva per portare il concime nei prati o il minerale e il ferro. E poi «Il doppio», la maschera più recente del carnevale livemmese, che ha la forma di un gigante bifronte. I tratti, rispetto agli altri due personaggi, in questo caso sono un po’ meno marcati ma l’impatto è comunque forte. Oltre a loro in piazza anche «il prete», «il dottore» e le «dame bianche», «il diavolo», tutti vestiti con gli abiti della tradizione. Domani alle 19, nella piazza centrale la sfilata dei Maschèr. Domenica alle 14,30 il via al Carnevale. «Si andrà avanti fino alle 17 - spiega Ivan Turrini del gruppo folcloristico - Le maschere doppie sono molto pesanti da portare e dopo un po’ ci si stanca». A far festa e ad arricchire il carnevale, oltre alla musica e i valzer, anche i banchi dei prodotti del luogo: formaggi, salumi, miele, tartufi e marmellate. Musica e valzer. Non solo, a far bella mostra di sé anche gli antichi mestieri recuperati, dall’impagliatore di sedie a chi fa i cesti in legno, il gerlo e il val appunto, fino a chi si occupa dei rastrelli in legno.
CARNEVALE DI LIVEMMO (clicca sull'immagine per ingrandire)