Memy
Il mio gatto.
(da Wikipedia )
Animale domestico, ma non troppo
Il gatto domestico (Felis silvestris catus) è un mammifero carnivoro della famiglia dei felidi (genereFelis). Oggigiorno si contano una cinquantina di razze differenti riconosciute con delle certificazioni. Essenzialmente territoriale e crepuscolare, il gatto è un predatore di piccole prede specialmenteroditori. Il gatto per comunicare utilizza vari vocalizzi (più di 16), le fusa, le posizioni del corpo e produce dei feromoni. Il gatto può essere addestrato ad obbedire a semplici comandi e si conoscono gatti che hanno imparato da soli a manipolare semplici meccanismi come le maniglie delle porte o i sciaquoni per il gabinetto. La denominazione gatto deriva dal latino cattus che proviene dal verbo cattare, curare. Il gatto è un felino che sorveglia la sua preda. Alcuni affermano che cattus derivi dall'equivalente dall'antico egiziano qato.
Il gatto è un animale il cui domesticamento è relativamente recente. Per questo conserva una sua naturale diffidenza e indipendenza. Differentemente dal cane, il gatto non considera l'uomo come parte delle gerarchie riconosciute, ne conosce però l'utilità della simbiosi e ne teme le proporzioni dimensionali. Non sviluppa quindi un rapporto sottomesso verso un "capobranco", anche perché difficilmente si integra in branco, ma solo una sottomissione utilitaristica, finalizzata ad esigenze di protezione e di nutrizione, del tutto temporanea, destinata cioè a scomparire celermente nel caso venissero a mancare gli elementi di vantaggio.
Il gatto instaura con l'uomo un rapporto di quasi parentela e considera l'uomo come una sua madre sostitutiva. Se questa "madre" viene a mancare, può facilmente riorganizzarsi e sopravvivere senza, oppure cercare una figura sostitutiva. Nella convivenza con l'uomo il gatto rivela la sua rilevante capacità di adattamento e di continua riconsiderazione delle priorità vitali. Fra queste, la protezione è un elemento di primissimo piano, dato che il sonno è la fase più pericolosa e che il gatto vive dormendo per i due terzi del proprio tempo. Lo è ben più della priorità di alimentazione, dato che il gatto è capace di sopravvivere per circa un mese senza mangiare e per molti giorni senza bere e, in ogni caso in mancanza dell'uomo, trova comunque modo di mettersi in caccia. La rassicurante presenza umana può dunque indurlo a stabilire i suoi ritmi in modo da far coincidere i turni di veglia del felino con quelli del sonno del suo padrone, cui non resta che accudire un compagno la cui presenza appare per questo poco dinamica. Anche le caratteristiche feline, ben attrezzate per la caccia notturna, contribuiscono a tendenzializzare questo tipo di soluzione.
Fra gli istinti del gatto però, vi sono anche quelli dell'affettività e, in taluni esemplari che per storia genetica od individuale vi siano inclini, può svilupparsi anche un animus protettivo nei confronti dell'uomo. Al contrario di ciò che si pensa, infatti, il gatto si affeziona alle persone e cerca di creare con esse un rapporto soddisfacente per entrambi, non solo di tipo utilitaristico. La quotidiana passeggiata sostituisce per esempio l'istinto al controllo accurato del proprio territorio, che i gatti eseguono metodicamente e con regolarità quasi meccanica. Per effettuarla, ove costretto, il gatto studia con intensità ogni possibile forma di evasione ma, qualora costretto alla vita casalinga fin da piccolo, si abitua senza problemi alla passeggiata.
Il gatto soriano, è volgarmente detto "gatto comune" per la sua specialità di essere accettato come principale gatto domestico
Il vasto territorio del gatto (almeno 10 chilometri di raggio dalla sua sede stabile per i maschi, almeno 200 metri per le femmine) comprende tutta quella parte di mondo conosciuto a seguito di esplorazione. A seconda delle inclinazioni caratteriali, può esprimere maggiore o minore vocazione all'esplorazione, ma, una volta conosciuta una porzione di territorio, il gatto la marca con i suoi odori e la apprende come irrinunciabilmente sua; le stesse stanze di un appartamento, una volta note, divengono parte del suo territorio al quale si riserva di accedere a piacimento, irritandosi dinanzi alla famosa "porta chiusa" (che con l'interessata osservazione può imparare ad aprire, anche se chiusa a chiave se la chiave resta inserita, saltando sulla maniglia, sulla chiave o tirando con le unghie il bordo dell'anta, se la porta lo permette. Per quanto riguarda le porte esterne, esistono specifici accessori, le porte per gatto o gattaiole, in inglese cat flap).
La memoria del territorio è costruita solo additivamente, nel senso che apprende di quanto venga "aggiunto" al territorio, ma non di quanto ne venga sottratto (anche da sé medesimo): la scoperta della tana di un topo, ad esempio, porterà il gatto a passare sempre a controllarla nonostante egli stesso abbia catturato il topo, e sappia quindi che è abbandonata, e malgrado non ve ne tornino altri. L'istinto territoriale, si è congetturato, dovrebbe avere relazione con esigenze istintuali di conservazione della specie, riscontrandosene un'accentuata riduzione a seguito di sterilizzazione.
(da Wikipedia )
Animale domestico, ma non troppo
Il gatto domestico (Felis silvestris catus) è un mammifero carnivoro della famiglia dei felidi (genereFelis). Oggigiorno si contano una cinquantina di razze differenti riconosciute con delle certificazioni. Essenzialmente territoriale e crepuscolare, il gatto è un predatore di piccole prede specialmenteroditori. Il gatto per comunicare utilizza vari vocalizzi (più di 16), le fusa, le posizioni del corpo e produce dei feromoni. Il gatto può essere addestrato ad obbedire a semplici comandi e si conoscono gatti che hanno imparato da soli a manipolare semplici meccanismi come le maniglie delle porte o i sciaquoni per il gabinetto. La denominazione gatto deriva dal latino cattus che proviene dal verbo cattare, curare. Il gatto è un felino che sorveglia la sua preda. Alcuni affermano che cattus derivi dall'equivalente dall'antico egiziano qato.
Il gatto è un animale il cui domesticamento è relativamente recente. Per questo conserva una sua naturale diffidenza e indipendenza. Differentemente dal cane, il gatto non considera l'uomo come parte delle gerarchie riconosciute, ne conosce però l'utilità della simbiosi e ne teme le proporzioni dimensionali. Non sviluppa quindi un rapporto sottomesso verso un "capobranco", anche perché difficilmente si integra in branco, ma solo una sottomissione utilitaristica, finalizzata ad esigenze di protezione e di nutrizione, del tutto temporanea, destinata cioè a scomparire celermente nel caso venissero a mancare gli elementi di vantaggio.
Il gatto instaura con l'uomo un rapporto di quasi parentela e considera l'uomo come una sua madre sostitutiva. Se questa "madre" viene a mancare, può facilmente riorganizzarsi e sopravvivere senza, oppure cercare una figura sostitutiva. Nella convivenza con l'uomo il gatto rivela la sua rilevante capacità di adattamento e di continua riconsiderazione delle priorità vitali. Fra queste, la protezione è un elemento di primissimo piano, dato che il sonno è la fase più pericolosa e che il gatto vive dormendo per i due terzi del proprio tempo. Lo è ben più della priorità di alimentazione, dato che il gatto è capace di sopravvivere per circa un mese senza mangiare e per molti giorni senza bere e, in ogni caso in mancanza dell'uomo, trova comunque modo di mettersi in caccia. La rassicurante presenza umana può dunque indurlo a stabilire i suoi ritmi in modo da far coincidere i turni di veglia del felino con quelli del sonno del suo padrone, cui non resta che accudire un compagno la cui presenza appare per questo poco dinamica. Anche le caratteristiche feline, ben attrezzate per la caccia notturna, contribuiscono a tendenzializzare questo tipo di soluzione.
Fra gli istinti del gatto però, vi sono anche quelli dell'affettività e, in taluni esemplari che per storia genetica od individuale vi siano inclini, può svilupparsi anche un animus protettivo nei confronti dell'uomo. Al contrario di ciò che si pensa, infatti, il gatto si affeziona alle persone e cerca di creare con esse un rapporto soddisfacente per entrambi, non solo di tipo utilitaristico. La quotidiana passeggiata sostituisce per esempio l'istinto al controllo accurato del proprio territorio, che i gatti eseguono metodicamente e con regolarità quasi meccanica. Per effettuarla, ove costretto, il gatto studia con intensità ogni possibile forma di evasione ma, qualora costretto alla vita casalinga fin da piccolo, si abitua senza problemi alla passeggiata.
Il gatto soriano, è volgarmente detto "gatto comune" per la sua specialità di essere accettato come principale gatto domestico
Il vasto territorio del gatto (almeno 10 chilometri di raggio dalla sua sede stabile per i maschi, almeno 200 metri per le femmine) comprende tutta quella parte di mondo conosciuto a seguito di esplorazione. A seconda delle inclinazioni caratteriali, può esprimere maggiore o minore vocazione all'esplorazione, ma, una volta conosciuta una porzione di territorio, il gatto la marca con i suoi odori e la apprende come irrinunciabilmente sua; le stesse stanze di un appartamento, una volta note, divengono parte del suo territorio al quale si riserva di accedere a piacimento, irritandosi dinanzi alla famosa "porta chiusa" (che con l'interessata osservazione può imparare ad aprire, anche se chiusa a chiave se la chiave resta inserita, saltando sulla maniglia, sulla chiave o tirando con le unghie il bordo dell'anta, se la porta lo permette. Per quanto riguarda le porte esterne, esistono specifici accessori, le porte per gatto o gattaiole, in inglese cat flap).
La memoria del territorio è costruita solo additivamente, nel senso che apprende di quanto venga "aggiunto" al territorio, ma non di quanto ne venga sottratto (anche da sé medesimo): la scoperta della tana di un topo, ad esempio, porterà il gatto a passare sempre a controllarla nonostante egli stesso abbia catturato il topo, e sappia quindi che è abbandonata, e malgrado non ve ne tornino altri. L'istinto territoriale, si è congetturato, dovrebbe avere relazione con esigenze istintuali di conservazione della specie, riscontrandosene un'accentuata riduzione a seguito di sterilizzazione.